Caro "bloggo" e cari brothers and sisters. Oggi vinco la mia naturale resistenza alla tecnologia e debutto sulle tue pagine cibernetiche. Era ora!
Vacanze finalmente! Al confine tra il mare Egeo e lo Ionio e mi è scoppiata la voglia di aprire un blog! Lontana dalla arroventata metropoli, le vie respiratorie della mia mente si sono sbloccate e mi hanno dato il consenso a questo nuovo strumento di comunicazione verso il quale avevo delle resistenze.
Nei primi giorni di vacanza non ho potuto fare a meno di mettere a fuoco, poiché sono astigmatica, il concetto "VACANZA". Che noia direte voi... sempre a cercare i significati della vita!
Avete ragione, amici unti al sole, però permettetemi na' parola!
Avendo ancora in circolo, nel mio non minimale corpicino, l'adrenalina affumicata della performance lavorativa di città, nei primi giorni mi sono accanita a schizzare, su blocchetti sparsi e improvvisati, modelli, progetti e prototipi di nuovi e trendisssimi "capetti" per le mie amiche "coolissime" e sofisticatissime.
Non mi rendevo conto, però, che finivo per lavorare ed esaurirmi ancor più che in città! Contemporaneamente mi sono accorta che: al primo tuffo in mare mi sono prodotta in venti furiose bracciate in stile farfalla sbomballata, convinta di avere la grazia di "Giselle", giunta in palestra ho attivato cinque technogym insieme e sollevato 25 Kg senza riscaldamento con la colonna sonora a palla degli inni olimpici, poi ho fatto trecento flessioni sghembe e rotolato senza controllo abbracciata alla palla pilates, facendo accorrere il personale della palestra e della reception. Quando mi sono accorta che, mentre il mio fidanzato mi metteva la crema solare, irrigidivo gli addominali e stringevo i pugni, digrignando i denti e dicendo, mentre mi osservava attonito: "non fa male! non fa male! Mi è sorto spontaneo un pensiero: forse la vera vacanza, più che dal lavoro e dallo stress della città, la dobbiamo prendere da noi stessi! Dobbiamo imparare ad essere meno giudici severi di noi e a scoprire la gentilezza nei nostri confronti. Impegnati come siamo tutti i giorni nei giochi olimpici della vita, abbiamo diritto come ogni atleta ad un meritato e sano riposo.
Paola Nazzaro